Credo che alla base della dieta mediterranea ci deve essere una narrazione territoriale. Un luogo e’ perché lo riconosciamo dai suoi prodotti. Le nostre scelte in materia di cibo sono sempre di più alla ricerca delle materie prime di qualità, una scelta che coniuga gusto e innovazione con il piacere del convivio. Questo è un breve excursus sui territori e i protagonisti della tavola.
“Perché il cibo, la cucina, sono gesti primordiali e l’essere umano è portato a pensare sia una cosa semplice. In realtà come in ogni mestiere ci vuole conoscenza, dedizione, passione e soprattutto vocazione. Sono elementi indispensabili. Dietro un ristorante ci deve essere un progetto culturale, ci deve essere un pensiero, non solo un calcolo”
“Il ritorno a un nuovo modo di cucinare, a un nuovo stile di vita. Iniziamo con il rispettare le stagionalità delle materie prime, dalle produzioni sostenibili alle filiere corte fino all’eliminazione della plastica o di altri materiali non compatibili, nel rispetto dell’ambiente. Il nuovo ristorante deve essere come la cucina di casa di una volta, cucina espressa, fatta giornalmente, senza conservare”.
Antonio Pisaniello*
Irpinia/mondo, narratore territoriale del cibo come fattore d’identità culturale.