Viaggio nel mezzogiorno di Ungaretti
a cura di Francesco Napoli – Alfredo Guida editore –
E’ un libro in cui il Cilento viene descritto come un diario di viaggio con grande espressione lirica ad esempio il capitolo dal titolo “ Elea e la primavera” è un reportage di grande valore prosaico nell’ affascinante descrizione del paesaggio con richiami alle presenze della cultura classica del territorio cilentano. ll secondo articolo, 5 maggio 1932, è intitolato “La pesca miracolosa” e chiarisce subito il concetto di viaggio come metafora della ricerca per la quale il “vedere” fa un passo avanti rispetto al descrivere. A tal proposito Ungaretti invoca “una buona vista” che sia ad assisterlo durante il suo cammino “in luoghi che Virgilio ha visitato”. Tornando indietro, a Pioppi noleggiano “una paranza a motore in secco” e “il proprietario, signor Pinto” conferma il carattere ma soprattutto “la cordialità della gente di queste parti” che per il poeta rappresentano “ormai civiltà assai rara”. È così che il Cilento viene definito una “terra ospitale, terra d’asilo!”.
Nel 50° anniversario della morte di Ungaretti: omaggio al poeta che ha raccontato il Cilento. Il primo giugno di cinquant’anni fa, ci lasciava all’età di 82 anni Giuseppe Ungaretti, poeta, scrittore, giornalista, accademico e traduttore italiano. Definito da Gianfranco Contini “il solo innovatore, o liberatore, nella catena dei poeti moderni”, Ungaretti fu un padre per la cultura italiana del Novecento, nonché precursore dell’Ermetismo.